Regista di fama internazionale, ha lavorato con direttori d’orchestra quali Muti, Abbado, Bartoletti, Curtis, Gatti, Dantone, Alessandrini, e ha creato regie in tutto il mondo, dalla Scala di Milano al Lyric di Chicago, dalla Fenice di Venezia al NCPA di Pechino al NNTT di Tokyo.
Ha creato progetti trasversali nel nome di una “cultural diplomacy” quali OperaBhutan ovvero Acis and Galatea di Handel nel cuore dell’Himalaya, e Japan Orfeo, una rivisitazione del capolavoro di Monteverdi integrato al teatro Noh e all’orchestra Gagaku.
Vasta è la riproduzione in DVD dei suoi spettacoli tra questi ricordiamo il Don Pasquale della Scala diretto da Muti, il Trovatore per l’ORW di Liegi con Daniela Dessì, Motezuma di Vivaldi, La Dori di Cesti, i Due Figaro di Carafa, il Rigoletto per il Festival Verdi di Parma con Leo Nucci, Luisa Miller, Madama Butterfly, Barbiere di Siviglia.
Nell’ambito del sociale ha rappresentato Amahl e gli ospiti notturni al carcere minorile Pagliarelli di Palermo.
Molte produzioni sono legate alla riscoperta in tempi moderni di capolavori dimenticati tra i quali la Veremonda di Cavalli per lo Spoleto Festival Usa, la Dori di Cesti al Festival di Musica Antica di Innsbruck, Montezuma di Vivaldi diretto da Curtis I due Figaro di Carafa al Rossini Festival di Bad Wilbad.
Molto vasta è l’attività didattica in Italia e all’estero di Vizioli, che ha collaborato con Indiana University, Cincinnati University, la El Paso Utep University, l’Università di Pisa, l’università di Stavanger, la Sapienza di Roma e la Fondazione Cini di Venezia.
Ampia è stata la collaborazione con artisti contemporanei quali Ugo Nespolo, Gianni Dessì, Renato Guttuso e Luigi Veronesi.
Vizioli è diplomato in pianoforte con massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli ed è accademico della prestigiosa Accademia Filarmonica Romana.
Dal 2017 al 2020 è stato Direttore Artistico del Teatro Verdi di Pisa, proponendo titoli desueti nell’ottica di una politica culturale controcorrente riassunta nell’aforisma: non dare al pubblico quello che desidera ma quello che non sa di desiderare.